Per la Sicilia orientale il 1600 non è stato un secolo facile dal punto di vista naturalistico: più di 10 colate laviche hanno preceduto il terremoto che avrebbe distrutto la Sicilia orientale, il terremoto del Val di Noto.
L’eruzione più importante del periodo fu sicuramente quella dei Monti Rossi avvenuta nel 1669. La colata ha distrutto 9 centri abitati ed è riuscita ad oltrepassare le mura della città di Catania distruggendo diverse abitazioni.
Nessuno però si sarebbe aspettato che 25 anni dopo, il Terremoto di Val di Noto avrebbe potuto spazzare via le città della Sicilia orientale.
IL TERREMOTO DEL VAL DI NOTO
Il terremoto del Val di Noto del 9 e dell’11 gennaio 1693 rappresenta l’evento catastrofico di maggiori dimensioni che abbia mai colpito la Sicilia orientale.
Studi dimostrano che il terremoto avesse una magnitudo momento superiore a 7.5, classificandolo quindi come il più forte mai registrato nell’intero territorio italiano.
Questo evento fu così intenso da provocare un maremoto nella città di Messina, distruggere oltre 45 centri abitati e causare la morte di 60.000 persone.
LA RICOSTRUZIONE
Con la Ricostruzione post-1693 ebbe vita l’attuale volto barocco di numerose città e paesi della Sicilia sud-orientale.
Dei 58 insediamenti coinvolti dalla catastrofe, 27 furono interamente distrutti.
La loro ricostruzione avvenne in luoghi completamente diversi rispetto alla loro collocazione originaria, come nel caso di Noto, Avola e Belpasso; alcuni centri rinacquero dove già sorgevano precedentemente e altri invece nelle vallate sottostanti, come Scicli, Buscemi e Ferla.
A Catania invece venne tracciata una nuova pianta urbana, tenendo conto di ciò che rimaneva delle antiche strutture della città ma anche delle nuove esigenze.
Il terremoto più distruttivo di tutti i tempi ha modificato radicalmente un’ampia parte della Sicilia. Esso inoltre riveste un’importanza enorme per l’opera di ricostruzione e di riedificazione che ha implicato.