GENERALI
I chioschi catanesi, chiamati anche “ciospi”, sono dei bar specializzati in drinks, in drinks catanesi per l’esattezza.
Acqua, seltz e succo di arance, mandarini, pompelmi, cedri, limoni, tamarindi. Il tutto perfettamente miscelato da mani esperte.
Sono disseminati in tutti gli angoli della città, sono tanti e di diverse forme, a pianta quadrangolare o ottagonale. Davvero unici sono quelli in stile liberty che danno un tocco pittoresco alle piazze e alle vie in cui si trovano.
ORIGINE
Non tutti sanno che l’origine dei chioschi deriva dagli acquafrescai borbonici del Regno di Napoli.
I chioschi costituiscono un punto di ritrovo per catanesi e non solo. Infatti sono tanti i turisti che si avvicinano al bancone per chiedere informazioni e poi finiscono per fermarsi a sorseggiare il mitico Seltz, attratti dai colori insoliti degli sciroppi in esposizione oppure dalle arance e i limoni che rallegrano la vista.

E’ proprio da questi agrumi e dagli sciroppi che nascono le più famose bibite dissetanti: il mandarino verde, fatto con sciroppo al mandarino verde di Sicilia e succo di limone; il tamarindo al limone e bicarbonato, un digestivo dolce e amaro allo stesso tempo, perfetto per “smaltire” i chili di arancini;
IL SELTZ LIMONE E SALE
La bibita dissetante per eccellenza e la più bevuta nei chioschi catanesi è il Seltz Limone e Sale. Il nome di questa bevanda viene da Selters, un piccolo comune tedesco. Proprio lì infatti si trova una sorgente di acqua ricca di anidride carbonica, base essenziale per un ottimo Seltz.

A quest’acqua particolarmente frizzante viene aggiunto il limone che, tagliato a metà con precisione, viene spremuto nel bicchiere con un apposito schiaccia agrumi. Il compito di completare l’opera va al sale, che serve a rendere la bevanda molto dissetante.
E’ grazie all’assaggio di queste bevande analcoliche, disponibili a prezzi veramente modici, che è possibile godere dello spirito vulcanico dei Catanesi, conoscere la loro storia e i loro ricordi che vengono spesso condivisi durante le lunghe pause al bancone dei “ciospi”.