La Chiesa di S. Biagio o di “Sant’Agata alla fornace” è sita nello stesso luogo in cui, secondo la tradizione, era ubicata la fornace nella quale Sant’Agata subì il martirio.
Dietro l’altare della chiesa di San Biagio e all’interno di una teca di vetro è custodita la fornace, reliquia che ricorda il martirio dei carboni ardenti subito da Sant’Agata e da cui deriva il nome popolare dell’edificio “carcarella”, che significa “piccola fornace”.

Già non molto tempo dopo la morte della giovane Agata, era sorto sullo stesso luogo un capitello votivo atto alla venerazione di quella che sarebbe diventata la patrona della città.
La decisione di costruire la chiesa di San Biagio sul luogo del martirio risale al XVI secolo, tuttavia però la prima costruzione venne rasa al suolo dal terremoto del 1693.
Solo qualche anno dopo, l’allora vescovo di Catania Andrea Riggio, ne volle fortemente la ricostruzione.
All’interno della chiesa altre opere storicamente rilevanti sono anche il Crocefisso in legno e l’Addolorata in argento del XVIII secolo.
LA CAPPELLA DELLA CHIESA DI SAN BIAGIO
All’interno della cappella, precisamente dietro l’altare, è presente un’affresco del 1938 del pittore Giuseppe Barone raffigurante il martirio.
Da ciò si evince che la cappella è completamente dedicata a Sant’Agata, la santa patrona della città.
Altro elemento di conferma, è la lapide posta sotto la fornace sulla quale è scritto:

Hic candentibus volutata carbonibus
Qui fu voltata tra i carboni ardenti